Fading Memories [Completa]

Romantico - Ohmiya - giallo

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    Stamattina avevo promesso ad Akane che avrei postato, e ancora non l'ho fatto >> Quindi mi sento giustamente minacciata dalla sua ira funesta.
    E' un'Ohmiya che mi ha fatto tribolare (mai quanto le 10.000 parole per la challenge su Jun, dato che per ora ne ho scritte... 300? O___O), e... forse non ne sono del tutto soddisfatta.
    Insomma, spero che ad Akane non si rivolteranno le budella nel veder massacrati suoi prediletti ^^

    Posto prologo e primo capitolo insieme, perchè il prologo è così corto che mi vergognerei a postare solo quello u_u

    SPOILER (click to view)

    -PROLOGO-

    “Amare non significa trovare la perfezione, ma perdonare terribili difetti. Penso sia tutta una questione di compromesso”
    -Rosamunde Pilcher-



    Se dovessi parlare del mio rapporto con Satoshi, non credo che sarei in grado di trovare le parole più adatte per farlo. Non ho mai creduto che il nostro rapporto avesse bisogno di essere descritto. È così come lo si vede, e basta.
    Eppure, tante volte ci hanno fatto delle domande in merito; persino i nostri stessi compagni. perché le persone devono per forza porre un’etichetta a ogni cosa? Io non sento il bisogno di apporci una definizione. Non siamo innamorati l’uno dell’altro, ma di certo non siamo neppure semplici amici.
    Siamo andati avanti così per anni, e così continueremo a comportarci; è una cosa che non può cambiare.
    Sono sempre stato convinto di questo.


    -Si può sapere dove si è cacciato? L’intervista inizierà a momenti! – sbottò Jun dopo aver controllato per l’ennesima volta l’orologio.
    -Magari se n’è dimenticato... – suggerì timidamente Aiba.
    Ohno sarebbe dovuto essere in quel camerino da mezz’ora, e non c’era. Se fosse stato Aiba ad essere in ritardo, nessuno si sarebbe fatto troppe domande, ma non era da Ohno tardare in quel modo. L’intervista sarebbe iniziata a breve, era questione di minuti, e il loro Leader era sparito chissà dove: non andava bene.
    Quando Aiba pronunciò le parole ‘Riida’, ‘astronave’ e ‘rapimento’ nella stessa frase, Nino si decise ad alzare gli occhi dal Nintendo e intervenire.
    -Avanti, state calmi. Probabilmente ieri è stato un barca tutta la notte e stamattina non è riuscito a svegliarsi... sempre che non abbia direttamente dormito in mezzo al mare, il che sarebbe preoccupante e divertente allo stesso tempo.
    La sua aria tranquilla riuscì a calmare gli altri membri degli Arashi: se non era preoccupato Nino, non c’era ragione perché lo fossero loro.
    Tuttavia, neppure lui riuscì a mantenersi imperturbato quando nel camerino entrò u Ohno con un grande livido violaceo sul lato destro della fronte. Come sempre quando si trattava di Ohno, Nino fu il più rapido di tutti, raggiungendolo prima ancora che potesse dire ‘buongiorno’.
    -Oi, che accidenti hai combinato?
    Fece indicandogli la fronte; l’altro lo osservò confuso, sbatté le palpebre un paio di volte, per poi pronunciare l’impossibile:
    -Scusi, ma... ci conosciamo?


    SPOILER (click to view)

    -01. Consign to Oblivion-




    -Scusi, ma... ci conosciamo?
    Un gelido silenzio accolse quelle parole; e il primo a ridestarsi fu proprio Nino, accompagnando il suo intervento con un sorriso tirato e una risata nervosa:
    -Ahah, molto divertente, Riida. Credi che facendo scherzi assurdi ci dimenticheremo che sei arrivato in ritardo?
    -Con tutto il rispetto, potrebbe smetterla di parlarmi in modo così confidenziale?
    Nino fissò il volto serio e anche un po’ seccato dell’amico: non si ricordava che Satoshi fosse così bravo a fare scherzi. Nel senso, non era mai stato proprio in grado, di farli.
    -Eh? Avanti, lo scherzo è bello finché dura poco, e siamo anche in ritardo per l’intervista.
    Nel parlare aveva involontariamente afferrato il braccio di Ohno all’altezza del gomito, com’era abituato a fare per spingerlo a fare qualcosa o per convincerlo di una sua idea. Era un suo modo di fare, e Ohno non aveva mai fatto storie per quei frequenti contatti fisici. Tuttavia quella volta si sottrasse alla sua presa con uno strattone, facendo poi un passo indietro per ristabilire le distanze: il tutto rivolgendogli uno sguardo a metà tra l’arrabbiato e il confuso.
    Si rivolse poi agli altri tre, increduli spettatori di quella scena.
    -Ragazzi, si può sapere chi è questa persona?
    -Co-come ‘chi è’?- boccheggiò Aiba –è Nino. Nino, il nostro compagno.- Dal momento che non riceveva alcuna risposta, iniziò ad agitarsi –Oh, avanti, Riida, smettila di scherzare! Non fa nulla se sei arrivato in ritardo! Io lo faccio sempre!
    -Non vi capisco. Siete voi che vi comportate in modo strano. Vi sto dicendo che non lo conosco!
    Seguì un silenzio teso: Aiba e Jun continuavano a guardare il compagno più anziano come aspettandosi che da un momento all’altro si sarebbe messo a ridere, chiedendo scusa per lo scherzo. Per la prima volta da che Ohno era arrivato, si sentì la voce di Sho.
    -Satoshi... davvero non lo conosci?
    Sussurrò. Come se dirlo a voce alta avrebbe reso tutto reale.
    -Ho detto di no!- esclamò quello, lieto di aver trovato una persona ragionevole.
    -Ma...
    Iniziò a parlare Jun, ma venne bloccato da Sho, che indicava la fronte del più grande.
    -Cosa ti sei fatto?
    -Oh, questo?- fece svagato sfiorandosi l’ematoma violaceo –Stanotte devo aver fatto un incubo, perché sono caduto dal letto e ho sbattuto la testa contro lo spigolo del comodino. Ecco perché sono arrivato in ritardo, cercavo di coprirlo in qualche modo- aggiunse con un sorriso imbarazzato.
    -Può essere...- sussurrò Jun.
    -Perdita della memoria- mormorò Nino assente.
    -Mh? E comunque, Aiba-chan, che intendevi per compagno? È un tuo vecchio compagno di scuola?
    -No, Ohno-kun... - fece Jun con aria vagamente disperata.
    -Compagno negli Arashi Ricordi? A.RA.SHI, A.RA.SHI, for dreaaam!- piagnucolò Aiba mimando le mosse della coreografia che ripetevano ormai da undici anni, temendo che il compagno si fosse dimenticato anche dell’esistenza del gruppo.
    -Certo che mi ricordo, insomma! Solo che... siamo sempre stati in quattro, no? Perché aggiungere un nuovo membro dopo tutti questi anni? E soprattutto senza dirci niente! Non ha senso!
    Dopo essersi accorto di star indicando Nino col pollice, e scambiando l’espressione sconvolta del ragazzo con una oltraggiata, si affrettò ad abbassare la mano, aggiungendo un mezzo inchino in segno di scusa per il comportamento poco educato.
    Nel frattempo, Nino era rimasto immobile a osservare con sguardo vuoto quella catena di gesti formali.
    -Chiedo scusa se prima non mi sono comportato bene. È solo che non ne sapevo nulla, ero sorpreso- disse con un ultimo inchino, per poi rivolgersi agli altri –Quindi l’intervista di oggi è per presentarlo, giusto? Però... Non era meglio una conferenza stampa?
    Jun si lasciò cadere a peso morto sul divanetto del camerino, mettendosi le mani sul volto.
    -Non posso crederci.
    -Ohno-kun- iniziò Sho con aria seria, non sapendo bene quali parole utilizzare –Nino non è un nuovo membro. Gli Arashi sono sempre stato cinque...
    -Eh? Che stai...
    -Il livido sulla fronte- lo interruppe –Probabilmente nello sbattere la testa hai perso una parte della tua memoria, per questo non ti ricordi di lui. Dopo l’intervista ti accompagneremo dal medico, e vedremo che danni ci sono, ok?
    Ohno annuì piano, con aria un po’ insicura; poi si voltò per osservare attentamente Nino: per quanto lo guardasse, era assolutamente certo di non averlo mai visto prima. Stava per dire qualcosa, quando bussarono alla porta per chiedere se erano pronti per l’intervista.
    -Beh- disse Jun alzandosi dal divano –per fortuna oggi dobbiamo fare solo questo. E’ solo un’intervista, non ci saranno tanti problemi.

    Come Jun aveva predetto, l’intervista si svolse senza il minimo problema, a parte per un Nino un po’ più fiacco del solito; comunque era una semplice intervista, dove non dovevano interagire granché tra di loro.
    Dal giorno dopo, le cose sarebbero cambiate: avrebbero dovuto registrare le puntate dei loro programmi, essere ospiti in vari show televisivi, fare i servizi fotografici e, soprattutto, i live. Non sarebbe stato facile. Tanto più che, come aveva detto loro il medico di Ohno, non si poteva sapere quando la situazione sarebbe tornata alla normalità.
    -Ohno-san è vittima di un’amnesia, o meglio, di una perdita parziale della memoria, dovuta al leggero trauma cranico causato dal colpo preso alla testa.
    -Quando crede che potrà recuperarla, sensei?
    Domandò Sho; l’uomo scosse la testa.
    -Non c’è un periodo di tempo determinato per queste cose.
    -Ma la recupererà, non è vero?- chiese Aiba con ansia, tormentandosi le mani.
    -... Non mi è dato sapere neppure questo, mi dispiace. Potrebbe risolversi tutto domani, così come potrebbero volerci anni. L’importante è che non gli mettiate nessuna pressione per cercare di farlo ricordare.

    Dopo la visita dal medico, Jun li aveva praticamente obbligati ad andare a casa sua; dopo averli fatti accomodare, piazzò sul tavolino di fronte a loro un computer portatile. Senza capire dove volesse andare a parare, gli altri quattro lo osservarono pigiare qualche tasto, fino ad aprire una pagina web con una lunga lista di link; osservando più attentamente, videro che il sito in cui Jun era entrato conteneva l video di tutte le puntate dei loro programmi, compresi quelli in cui erano andati come ospiti.
    -JunJun, non voglio sapere quali cose ti sei messo a cercare per arrivare a questo sito... – mormorò Aiba sgomento.
    -Fa silenzio.
    -Ma Jun... – iniziò Sho, comprendendo le intenzioni del ragazzo –Il medico ha detto di non mettergli press...
    -Lo so. Infatti non gli sto chiedendo di ricordare, ma solo di osservare e memorizzare. Non possiamo permetterci di andare in tv in queste condizioni- disse indicando Ohno e Nino, seduti alla massima distanza possibile –Tutti si accorgerebbero che c’è qualcosa che non va. Quindi, Riida, guarda bene come ti comporti nei video, e metti tutto in pratica nei prossimi giorni, ok?
    Ohno si limitò ad annuire.
    Il primo video era una puntata del VSArashi; Ohno osservò con attenzione la breve sigla d’apertura: Nino era letteralmente appeso al suo braccio salutando verso la telecamera, e lui lo lasciava fare con un lieve sorriso.
    A quel punto, Nino si alzò per dirigersi alla porta.
    -Me ne vado.
    -Nino!- Aiba si alzò da terra pronto ad andargli dietro, ma Sho lo bloccò –Lascialo andare. È comprensibile che non voglia partecipare.
    Il ragazzo si sedette mogio, mentre Ohno osservava con aria interrogativa la porta dalla quale Nino era appena uscito.

    Se ci fu un lato positivo in quella faccenda, fu che gli Arashi si resero conto del fatto che Ohno non era solo un eccellente cantante e ballerino, ma era anche un uomo che aveva imparato a stare davanti a una telecamera.
    Dopo aver passato una notte a vedere video su video, pareva che avesse assimilato tutto quando ci fosse da assimilare: aveva compreso che i fan service che doveva fare con Nino erano un po’ più ‘espliciti’ e più frequenti di quelli che doveva fare con gli altri membri. E aveva messo tutto in pratica: sfioramenti casuali, continui contatti fisici e via dicendo.
    Dunque andava tutto bene: si ricordava perfettamente il modo in cui si lavorava e il ruolo che ricopriva all’interno degli Arashi; e grazie ai video di Jun sapeva anche come comportarsi con Nino quando erano in pubblico, unica parte del suo lavoro che si era dimenticato.
    Piccolo particolare: una volta che le luci si spegnevano e restavano soli, il fan service finiva e Ohno tornava a non ricordarsi del compagno.
    -Mah, a me continuano a sembrare troppo rigidi- decretò Jun.
    Dopo le registrazioni della giornata avevano deciso di andare a cena fuori in uno dei soliti ristoranti che frequentavano dopo il lavoro, in quando garantivano una discreta privacy ed erano vicini agli studi di registrazione.
    -Solo perché tu sei un perfettivo- mugugnò Aiba tra una boccata di pollo fritto e l’altra.
    -Dici così solo perché sai come stanno realmente le cose- aggiunse Sho –Il pubblico non nota nulla, anzi...
    Ridacchiò ricordando le esclamazioni estasiate del pubblico quando Nino si era messo di fronte a Satoshi per proteggerlo dall’ospite fintamente arrabbiato. Era positivo il fatto che anche Nino continuasse a lavorare come al solito, nonostante la difficile situazione in cui si trovava. Le cose stavano procedendo bene.
    I tre dovettero interrompere il discorso non appena Ohno si risedette al tavolo, di ritorno dal bagno; ripresero a mangiare e a parlare del più e del meno, ma una persona non partecipava alla conversazione: Masaki teneva lo sguardo fisso sul quinto posto al tavolo, vuoto.
    Posto che, teoricamente, sarebbe dovuto essere occupato da Nino.

    Quando notò il modo in cui Aiba lo stava guardando, Nino ebbe la certezza che quella sarebbe stata una pessima giornata; tanto più che erano arrivati entrambi in anticipo, ed erano da soli in camerino.
    -Uhm, Nino...
    -Che vuoi?- domandò lapidario, rendendo l’altro ragazzo più titubante di quanto già non fosse.
    -Come mai ieri non sei venuto a cena?
    -Non mi andava.
    Prese un respiro profondo. –Ultimamente non ti va mai di uscire con noi.
    -E secondo te perché?- gli lanciò un’occhiata infuocata. Con tutta la tensione e la frustrazione accumulate in quei giorni, si sentiva come una bomba pronta ad esplodere. E pazienza se la vittima sarebbe stata Aiba.
    -Sinceramente non ho tanta voglia di farmi trattare come un estraneo anche durante il tempo libero.
    L’altro chinò lo sguardo.
    -Scusami. Devi essere triste per quello che sta accadendo...
    -Triste? Dove? Sono incazzato nero!- sbottò. Aiba lo guardò sorpreso, trovandolo quasi che tremava, i pugni stretti e l’autocontrollo ormai gettato via –Quell’idiota! Tra tutte...- si bloccò incerto, come se non riuscisse a continuare; chiuse gli occhi, prese un respirò tremulo –Tra tutte le cose che si poteva scordare, perché si è dimenticato proprio di me?!
    Nino poteva essere anche arrabbiato, pensò Aiba, ma nei suoi occhi lucidi si poteva scorgere anche dell’altro, oltre la rabbia.
    Era straziante.
    -Pe-perché stai piangendo??
    Aiba si toccò le guance, sorprendendosi nel trovarle bagnate; come se aver fatto quella scoperta avesse sbloccato in lui qualcosa, prese a singhiozzare come un bambino.
    -Perché... è triste.
    -Mas...
    -Senti, lo so che è difficile per te- continuò dopo essersi asciugato il viso con il bordo della manica –però, la prossima volta che usciamo tutti insieme, potresti venire anche tu? Non è lo stesso se non ci siamo tutti e cinque...
    Tirò su col naso con discrezione e annuì; in qualche modo, il sorriso che ricevette in cambio riuscì a scaldarlo e a fargli credere per un istante che tutto andasse bene.
     
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    Oh cazzo! (perdona il francesismo).... Era meglio che non la postavi!
    E come faccio adesso ad aspettare il seguito?
    Ohno che si scorda di Nino è una tragedia umana!
    Ci vorrà tanto per sapere che succede?
     
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    Ecco, sapevo che sarebbe finita così!
    Guarda, è abbastanza cortina, in effetti... escludendo il prologo sono 4 capitoli, quindi non la tirerò tanto per le lunghe (devo solo copiarli... io e la mania di scrivere su carta u_u)
     
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    :disp: :disp: :disp:
    Tu sei mattaaaaa!
    Ma scrivi sul pc direttamente che fai pure prima!
    Io non uso carta e penna da una vita... magari non è proprio un bene, ma in casi come questi... insomma... che fai? le scrivi a lezione le ff?
    Sono disperata! :disp:
     
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    come hai potuto scrivere una cosa del genere.... :despedaro: :despedaro: poi proprio con loro due......non potevi farlo con i sakuraiba :eheheh: :eheheh: cattivaaaaaaaaaaaaaaaaaa *fugge* :alfonso:
     
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    Ma Luna, come posso continuare a maltrattare quei due??? Mi dedico a nuove vittime XD
     
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    CITAZIONE (Rosa_elefante @ 11/1/2011, 19:54) 
    Ma Luna, come posso continuare a maltrattare quei due??? Mi dedico a nuove vittime XD

    mah :sasso: vedere Ohno che non riconosce il Nano è tristissimo :disp:
     
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    *irrompe nella mente di Rosa urlando e sbavando allo stesso tempo*
    :disp:
    :despedaro:
    *si ritira speranzosa*
     
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    *è terrorizzata*
    Questo finesettimana avrai il secondo capitolo!
     
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    Essendo io una donna che mantiene le promesse fatte, ecco il secondo capitolo!

    SPOILER (click to view)

    -02. Living a Lie-




    I giorni passavano, il lavoro procedeva, Ohno continuava a non ricordare nulla.
    Per fortuna, questo fatto non aveva minimamente influenzato il loro lavoro: con le telecamere accese, gli Arashi erano cinque ragazzi che se conoscevano da più di dieci anni e che sapevano come stare insieme.
    -Comunque, Ohno-san, ti devo fare i miei complimenti. Non so se al tuo posto sarei riuscito a lavorare tranquillamente.
    Disse Jun alzando il bicchiere e proponendo quello che era il quinto o sesto brindisi della serata; dopo aver fatto il live al ‘Music Station’ per la promozione del nuovo singolo, avevano deciso di andare a cena fuori, dopo mesi che non lo facevano, e, per una volta, Nino si era unito a loro. Il ristorante era spesso frequentato da personaggi famosi, ed erano riusciti ad ottenere una stanza privata, potendo così non preoccuparsi del volume delle loro voci e delle loro azioni.
    Mentre stava per aggiungere il suo bicchiere a quello degli altri per il brindisi, Aiba notò la riluttanza negli occhi di Nino a compiere quel semplice gesto. A parte il lavoro che andava bene, effettivamente cosa c’era da festeggiare?
    Ohno non aveva recuperato la memoria, e Nino continuava ad andarsene in giro con quell’espressione pietosa. In tutti quegli anni, aveva visto il ragazzo in uno stato simile solo una volta, durante il periodo in cui i suoi genitori stavano divorziando; ma all’epoca era solo un ragazzino.
    Che la sua maschera fosse improvvisamente crollata dopo tanti anni stava ad indicare quanto soffrisse per quella situazione, e il fatto che i suoi compagni non ci facessero troppo caso per ‘non mettere pressione’ al Leader lo faceva andare su tutte le furie.
    Riappoggiò il bicchiere sul tavolo per poi sbattervi i pugni sopra ed alzarsi; quattro paia di occhi stupiti si posarono su di lui.
    -Lavoro, lavoro, lavoro. Possibile che sia l’unica cosa che vi interessa? Pensate un po’ anche ai sentimenti di Nino!!
    Incapace di sostenere oltre gli sguardi sgomenti dei suoi compagni, e sentendo che, dannata la sua emotività, stava per piangere, decise di defilarsi in bagno. Quasi contemporaneamente, Sho e Jun si alzarono per corrergli dietro; non ci misero molto a trovarlo, basandosi sui singulti che provenivano chiaramente da uno dei cubicoli.
    Aprirono la porta e si trovarono davanti un Aiba accovacciato e singhiozzante.
    -Oh, avanti –disse Jun –che bisogno c’è di piangere?
    -Sei un insensibile! Piango perché è dannatamente triste!
    Sho e Jun si scambiarono un’occhiata, non sapendo bene come comportarsi con il ragazzo in lacrime; alla fine entrarono nel cubicolo chiudendosi la porta alle spalle e, stringendosi, riuscirono ad accovacciarsi ai due lati di Masaki. Sho gli posò una mano sulla spalla.
    -Triste?
    Masaki lo guardò con occhi annacquati, come se avesse fatto una domanda piuttosto cretina.
    -Avete idea di come si senta Nino? Se uno qualunque di voi si dimenticasse di me non riuscirei a sopportarlo, e lui è stato dimenticato proprio da Riida! Sono sempre stati così... legati. Però lui non dice nulla e non fa pesare niente a nessuno, per non crearci problemi. Lavora come sempre e non smette di sorridere al pubblico. Però... vi siete mai chiesti cosa sta provando realmente?– tirò su di naso, asciugandosi col bordo della manica –La verità è che Nino è una persona molto gentile. In questo momento non sta pensando a se stesso e ai suoi sentimenti, ma solo al bene degli Arashi e alla nostra tranquillità. E questo... è triste.
    Continuarono ad ascoltare il respiro tremulo di Masaki, alternato a qualche tirata di naso, riflettendo sulle sue parole e su quando avesse ragione.
    Non è che non ci avessero pensato, anzi, erano consapevoli del fatto che per Nino non fosse un periodo facile; semplicemente non si erano soffermati troppo sull’identità delle persone in questione.
    Loro cinque si volevano tutti bene ed erano molto legati, ma Satoshi, per Nino, aveva sempre avuto quel qualcosa in più. Nonostante Aiba e Jun lo conoscessero da molto più tempo, Ohno era l’unico che sapeva sempre come gestirlo, era l’unico che riusciva a sopportarlo qualunque cosa facesse.
    Tra quei due c’era un legame a cui difficilmente si poteva dare un nome e che loro potevano solo vagamente immaginare, e improvvisamente si resero conto di quanto potesse essere difficile per Nino.
    Come se il locale si fosse improvvisamente rimpicciolito, si strinsero insieme per stare più vicini; così come prima aveva fatto Sho, Jun posò una mano sula spalla sinistra di Aiba, dandogli leggeri colpetti per incoraggiarlo a calmarsi.
    -Però non c’è bisogno di disperarsi così.
    -E’ che mi lascio trasportare...
    La mano di Jun salì a scompigliargli i capelli –Sei sempre troppo emotivo, Aiba-chan –Aggiunse sorridendo.
    -Certo che se ora entrasse qualcuno... –mormorò Sho osservando le pareti intorno a lui –Sarebbe molto divertente.
    -Tre idol accovacciati nello stesso bagno... –finalmente Aiba aveva fatto un sorriso –chissà la stampa che scriverebbe!
    Dopo una breve risata, calò ancora il silenzio, questa volta più rilassato; venne rotto da un urlo di Aiba, e ovviamente il ragazzo si beccò non uno, ma due colpi in testa, e in contemporanea.
    -Che hai da urlare all’improvviso?!
    Chiese Jun arrabbiato mentre si massaggiava un orecchio.
    -Se voi siete qui... significa che avete lasciato quei due da soli?
    La domanda di Aiba, quanto mai opportuna, aleggiava minacciosa nel cubicolo, mentre Jun e Sho si guardavano con occhi sbarrati.
    -Oh.

    Non appena Jun e Sho erano spariti alla ricerca del più grande idiota del Giappone, Nino non aveva potuto fare a meno di sbuffare spazientito: il suo umore era, in quel momento, pessimo.
    Nonostante le parole e la sensibilità di Aiba lo avessero quasi commosso, pensava che il ragazzo si sarebbe anche potuto risparmiare quella sceneggiata pubblica: non gradiva che gli altri conoscessero i suoi sentimenti e iniziassero a preoccuparsene.
    Soprattutto, dato che gli altri due idioti erano corsi dietro all’idiota numero uno, alla fine era rimasto solo con Ohno.
    Sapeva che il modo di pensare era totalmente privo di senso, ma non poteva fare a meno di sentirsi terribilmente offeso: come aveva osato? Come si era permesso di dimenticarlo? Si aggrappava a quei pensieri rancorosi, in realtà, solo per evitare di fronteggiare il dolore che quella situazione gli faceva provare.
    In ogni caso, non voleva stare da solo con lui, né tantomeno desiderava parlarci: un Satoshi che non si ricordava di lui non era Satoshi, dunque non era minimamente interessato.
    Aveva appena deciso di andarsene, quando l’altro parlò.
    -Ninomiya-san.
    Lo aveva guardato sorpreso: sia perché era la prima volta che gli parlava a telecamere spente, da quando tutto era accaduto, sia perché non era decisamente abituato a sentire quella voce dire ‘Ninomiya-san’.
    -Sì?
    -Aiba-kun ha ragione: in tutto questo tempo ho pensato solo al lavoro e ai fatti miei, e non mi sono mai preoccupato di come stessi tu.
    Nino emise uno sbuffo divertito –Perché, ora invece hai intenzione di preoccupartene? No, grazie.
    L’altro si accigliò.
    -Perché dici così?
    -Perché non voglio che ti preoccupi per me. E poi, anche se tu lo facessi, dubito che capiresti qualcosa.
    -Forse è vero, ma... non deve essere bello, forse è dol...
    -Basta così. Non hai idea, fine del discorso.
    Si era alzato dal tavolo, questa volta deciso davvero ad andarsene, ma Ohno lo aveva fermato afferrando un lembo della sua manica destra, quasi strattonandolo.
    -Senti, mi dispiace di averti dimenticato.
    -Risparmiati le scuse – fece liberandosi con uno strattone deciso –Non le voglio. Non ora che non sono sentite.
    Nel momento in cui Nino era uscito dalla stanza privata, gli altri tre erano rientrati da un’altra porta, e avevano trovato Ohno che fissava il suo bicchiere con aria assente.
    -Nino?
    -Andato via. Era arrabbiato.
    -Riida, avete parlato? Ti sei ricordato di qualcosa? – aveva chiesto Aiba speranzoso mentre si risedeva al suo posto. L’altro aveva scosso la testa in segno di diniego, per poi far passare lo sguardo su ognuo dei suoi compagni.
    -Io e lui... eravamo amici? Andavamo d’accordo?
    I tre si guardarono trattenendo a stento l’emozione: era la prima volta che Ohno si mostrava interessato al suo vecchio rapporto con Nino.
    -Sì!- esclamò Aiba –Eravate molto, molto amici! Inseparabili!
    Ohno non sembrò condividere il suo entusiasmo: si lasciò andare contro lo schienale della sedia con un sospiro, assumendo un’aria perplessa. –Mi sembra incredibile... che io possa essere amico di una persona del genere.
    Un gelido silenzio scese sulla tavola; con voce incerta, Sho riuscì a parlare di nuovo, nel mutismo generale.
    -Che vuoi dire?
    -Nel senso... non se definirlo odioso o no, però... di certo non è simpatico o piacevole. Ma forse fa così solo per via di questa situaz...
    -No no – lo interruppe Jun –lui è proprio così.
    -Un monello odioso e viziato – aggiunse Aiba con un sorriso –Ma in tutti questi anni non te ne sei mai lamentato, anzi: sei l’unico di noi capace di appoggiarlo qualunque cosa faccia!
    -Davvero?
    Gli altri avevano annuito; non credeva che i suoi amici avrebbero mai potuto mentirgli su una cosa del genere, ma non riusciva a figurarsi di essere mai stato intimo amico di una persona come Ninomiya. Finchè si trattava di rapporti lavorativi non c’era alcun problema, ma lui non era il tipo di persona che instaurava legami d’amicizia con gente così... come poteva dire? Scostante? Piena di sé? Odiosa?
    Ecco.
    Nino era odioso.

    Una volta tornato a casa, si mise davanti al computer e aprì una pagina Internet. Non era mai stato un tipo molto tecnologico, era già un miracolo che avesse iniziato a servirsi quotidianamente di un cellulare, quindi era un po’ incerto su come muoversi.
    Ormai si era riguardato la maggior parte delle puntate dei loro programmi, ed era certo di aver messo in pratica tutto ciò che vi aveva visto; in realtà era molto semplice: bastava che si comportasse come si comportava nella vita di tutti i giorni, con l’unica aggiunta del fan service con Ninomiya. E questo credeva di farlo bene: aveva afferrato il modo in cui doveva comportarsi con lui, diverso da quello con cui i comportava con gli altri.
    Nonostante questo, era sicuro che mancasse ancora qualcosa; voleva trovare in qualche modo la prova della sua dimenticata (e, per lui, inverosimile) amicizia con il collega. Anche se forse, anzi, di sicuro, in rete non avrebbe trovato nulla che gli sarebbe potuto essere d’aiuto.
    Decise comunque di fare una ricerca per video digitando i loro due nomi: fu impressionato dalla quantità di materiale trovato. Non c’erano solo video ‘ufficiali’, anzi, quelli erano piuttosto pochi, ma anche e soprattutto video fatti da loro fan, creati unendo momento tratti dai vari programmi in cui gli Arashi apparivano. Tutti momenti in cui c’erano loro due.
    Fu lì che Ohno aprì gli occhi, notando che effettivamente c’era qualcosa di diverso. Fino a quel momento non se n’era accorto, perché nelle puntate che si era guardato i fan service c’erano, sì, ma in quantità ovviamente limitata. In quei video invece ne erano stati raccolti moltissimi, e apparivano uno dopo l’altro, spesso e volentieri accompagnati da una musica melensa se non drammatica.
    Nel vedere tutti quei momenti concentrati in pochi minuti, Ohno si rese conto del fatto che il modo in cui attualmente si comportava con Nino era molto diverso.
    Sembrava finto.
    Vedendo il modo spontaneo e spensierato in cui si comportava con il ragazzo, Ohno comprese che i suoi compagni non gli avevano mentito: era amico di Nino. Dell’insopportabile, odioso Nino.
    E quella consapevolezza non gli bastò perché iniziò a porsi anche delle altre domande.
    In quei video non aveva visto solo i fan service più espliciti, quelli palesemente ‘fatti per le fan’, ma anche comportamenti che meno saltavano all’occhio, più discreti: continui scambi di sguardi, il fatto che spesso durante le puntate chiacchierassero per conto loro, quasi entrando in un mondo a parte, isolandosi da ciò che accadeva intorno. O il fatto che nei divani che usavano per ‘Arashi no Shukudai-kun’, mentre Aiba e Jun erano seduti a una normale distanza l’uno dall’altro, loro due erano sempre seduti vicinissimi, fino ad incollare le loro gambe. In generale la loro costante vicinanza.
    Dato quel rapporto così diverso da ogni altro rapporto avesse avuto fino a quel momento, forse... forse non era amicizia. Che poteva saperne? D’altronde non si ricordava nulla, quindi sarebbe stato uno sciocco ad escludere una tale possibilità. Semplicemente gli pareva evidente che tra lui e Ninomiya non ci fosse una semplice amicizia.
    Vagando per il web, aveva trovato molteplici siti in cui si parlava degli Arashi, ma sfortunatamente erano quasi tutti scritti in inglese. Scorrendo una pagina, si era soffermato su un’immagine tratta dall’ultima puntata del ‘VSArashi’, che raffigurava lui e Nino seduti uno di fianco all’altro, mentre ascoltavano uno degli ospiti.
    Sotto l’immagine c’era un commento, in cui aveva riconosciuto la parola ‘Nino’; con l’aiuto di un traduttore era riuscito a decifrarlo: “Perché Nino ha quell’aria triste?”
    In effetti, se si confrontava con i video passati, l’espressione del ragazzo era vuota, il suo sguardo apatico e privo di qualunque emozione. Sembrava stare lì perché costretto. Che fosse in quello stato per colpa sua? Nino era triste per la sua amnesia?
    Forse era troppo presuntuoso. Ok, magari in passato erano amici, ma ciò non voleva dire che la sua persona fosse in gradi di condizionare l’umore di Ninomiya fino a quel punto. Però… sul momento non ci aveva fatto granché caso, ma quando aveva affermato di non sapere chi fosse, Nino gli era parso scioccato, e per tutta la giornata non aveva più aperto bocca... non che nei giorni seguenti fosse stato particolarmente loquace.
    Forse, quella lui aveva definito ‘antipatia’, altro non era che tristezza; forse lo aveva giudicato male, era stato troppo superficiale. In ogni caso, per qualche strano motivo non voleva che Nino fosse triste perché, inspiegabilmente, ciò rendeva triste anche lui.
    E non capiva il perché.
    Irritato, chiuse il portatile con uno scatto.
    Perché mi preoccupo così?
    Mentre faceva vagare lo sguardo per la stanza, cercando di calmarsi, aveva notato su uno scaffale il DVD di un recente film di fantascienza che era certo di non aver mai comprato. L’aveva aperto senza un motivo particolare, come se farlo gli avrebbe detto perché si trovava in casa sua, e vi aveva trovato dentro un bigliettino.
    “Questa volta vedi di restituirmelo in tempi umani!
    Nino”

    Come per un riflesso incondizionato, si era ritrovato a sorridere come un ebete. Non appena aveva letto quel nome, scritto da quella calligrafia nervosa e minuta, aveva sentito il cuore stringersi. Perché?
    Il suo lato razionale ancora non ci riusciva, ma quello più irrazionale, quello istintivo, aveva già iniziato a ricordarsi di Nino.
     
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    Essendo io una donna che mantiene le promesse fatte, ecco il secondo capitolo!

    Hai ragione, sono una vera rompi palle... adesso posto anch'io e poi continuo quella su Sho... mi sto barcamenando fra tre ff e non è semplice...
    Cmq... bando alle ciance!
    OHNO SEI UN DEFICIENTE!
    Ma si tratta così Ninuzzo? Porello...
    Ti prego, posta presto il seguito, non resisto!
    Direi che un bello schiaffone a Ohno non glielo leva nessuno.

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    Sembra che tu abbia voluto omaggiare con questa ff tutte le mie congetture scritte in mille e-mail deliranti! Ti adoro!
     
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    un DVD :sigh: :sigh: :sigh: :sigh: che genere di DVD :shifty: :shifty: va beh la mia fantasia sta correndo troppo....maledizione adesso con sto secondo capitolo è peggio ancora...non potevi già mettere il terzo rosa??? XD
     
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    Sembra che tu abbia voluto omaggiare con questa ff tutte le mie congetture scritte in mille e-mail deliranti! Ti adoro!

    Credo di aver scritto questo capitolo proprio nel periodo in cui le tue mail erano più frequenti, lo sai? Quindi è stato tutto merito tuo *_*


    Lunaaaa, è un DVD di fantascienza, FANTASCIENZA!! Non pensare cose strane *inizia a pensare a storie che coinvolgano Ohmiya e video vietati ai minori*

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    non potevi già mettere il terzo rosa??? XD

    Ehm.... ehm... il terzo arriverà, uhm, presto... credo O_O
     
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    Lo avevo immaginato, Rosa... per questo l'ho apprezzata ancora di più... ed è bello che non l'abbia scritta io! :)


    Vabbè dai... aspettiamo il terzo capitolo.
    *freme*
     
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38 replies since 11/1/2011, 16:19   584 views
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