Capitolo VIII
Un raggio di sole filtra dalla finestra e illumina il suo volto addormentato.
Lo osservo ormai da un paio di ore, anziché cercare di dormire ancora un po', per dare inizio alla giornata pieno di energie, ho deciso di rimanere sveglio ad osservarlo.
È sdraiato sulla pancia e il lenzuolo bianco lascia scoperta gran parte della sua schiena. I polmoni che pompano l’ossigeno nel suo corpo la fanno alzare e riabbassa impercettibilmente. Ho finito con il regolare il ritmo del mio respiro al suo.
Tutto il suo corpo muscoloso emana vita e io ne sono attratto come una calamita. Studio ogni centimetro di lui, soffermandomi più a lungo sulle sue labbra. Poso su di esse il mio dito e imponendogli una leggera pressione le premo. Sono morbide e rosse.
Mi ricordano i petali delle rose.
Dal mio comodino giunge il flebile bip bip della sveglia. La spengo con foga prima che il rumore aumenti di colpo svegliando. Quando mi volto nuovamente verso di lui, due penetranti occhi scuri mi osservano assonnati. Mi sorride appena, prima di mettersi supino e stropicciarsi gli occhi.
Incantato dai sui gesti mi avvicinò a lui, scompiglio i suoi capelli con deboli carezze.
Il profumo del suo shampoo è uguale al mio.
La notte scorsa, quando insieme abbiamo fatto il bagno, siamo finiti con il lavarci i capelli a vicenda. Sorrido nel ricordare l’imbarazzo che inizialmente lui provava. Non ne voleva sapere di farsi fare lo shampoo da me ma aveva finito con l’acconsentire giusto per accontentare una richiesta scomoda che però proveniva da me.
“Io tuoi capelli sono più splendenti che mai…” Sussurro con voce roca.
Lui sì tira il lenzuolo fin sopra alla testa per non farmi vedere il suo disagio.
Rido a crepapelle e mi infilo anch’io sotto all’lenzuolo. Il sole che trapassa la stoffa chiara rende il suo rossore ancora più attraente.
Stringo forte i capelli che ancora tengo tra le dita e mi sollevò appena sopra di lui per baciare la sua fronte.
“Non è divertente…”
Piagnucola con una voce da bambino imbronciata, facendomi ancora più ridere.
Bacio prima la guancia destra e mi allungo appena un po' di più per raggiungere quella sinistra quando la sua mano si avventa sulla mia bocca.
“Basta fare cose imbarazzanti già di prima mattina, Sakurai-san!” Mi dice cercando di usare il tono perentorio con cui impartisce ordini, ma io lo ignoro ed inizio a leccare la mano che preme sulle mie labbra.
Sta per scostarla ma io sono più veloce. Blocco la sua mano con le mie e infilo in bocca un dito alla volta, gustandomeli.
Lo sento gemere.
Finalmente lo stesso desiderio che mi sta pervadendo ha iniziato ad attecchire anche in lui.
Mi siedo sulla sua pancia e accarezzo i sui pettorali.
Non abbiamo bisogno di perdere tempo a spogliarci, siamo già senza vestiti.
Osservo il suo volto sollevarsi verso di me. Afferra il mio collo in un abbraccio e infila la lingua nella mia bocca.
Quando mi divido da lui per prepararlo alla penetrazione, le sue guance sono più arrossate di prima. La mia saliva ha illuminato le sue labbra che sbrilluccicano come rugiada al sole. Un rivolo di sudore scende dalla sua tempia.
Imprimo l’immagine del suo volto sconvolto dalla mia passione, nella mente.
Mai in vita mia ho visto niente di più meraviglioso.
Sono bollente e lui è finalmente pronto. Quando entro dentro di lui lo stringo forte tra le braccia. Non voglio assolutamente lasciarlo andare.
Vorrei che questo attimo non finisse mai…
…ovviamente, come ogni cosa, una fine c’è…
“La prossima volta ti uccido!”
Urla tutto incazzato mentre con una mano tenta invano di allacciare le scarpe e con l’altra di indossare la giacca.
“Mi dispiace… ma non ho saputo resistere…”
Frigno implorante, mentre come lui, cerco di destreggiarmi alla bell’ e meglio con i vari indumenti.
“Quante volte ti ho detto di non spegnere la sveglia dopo il primo squillo… lo sai che odio essere in ritardo!”
Esce di casa prima di me e ancora mezzo svestito lo seguo con un sacchetto della colazione e le scarpe nelle mani.
Ha già avviato il motore dell’auto.
Lascio cadere a terra le sneakers e infilo il sacchetto tra i denti per poter chiudere la porta di casa.
“Se non ti dai una mossa ti lascio qui!”
La sua voce arrabbiata mi fa cadere le chiavi di mano.
Preme l’acceleratore a fondo per farmi capire che ho poco meno di dieci secondi per sedermi sul sedile accanto al suo.
Click.
La porta di casa è finalmente chiusa.
Mi fiondo sull’auto che parte all’impazzata.
Sono già fradicio di sudore e sono solo le otto del mattino ma forse per questa volta sono salvo.
Da quando mi sono trasferito da Jun, il mese scorso, questa è diventata la nostra routine quotidiana.
Svegliarmi la mattina accanto a lui è la cosa più bella che potesse accadermi.
Non riesco a fare meno di mangiarlo quando mi rendo conto che anche questa mattina, la prima cosa che ha fatto appena sveglio, è stata sorridermi con amore.
Finisco con il lasciarmi trasportare dalla passione che ci costa qualche minuto di ritardo al lavoro. Non che siano molti ma Jun detesta ritardare di anche solo un minuto ed ovviamente fuori dalle coperte è lui che torna a comandare.
Il sadico J.
“Traffico permettendo, dovremmo essere in agenzia a tempo per la prima riunione del mattino, per quest’oggi ti lascerò vivere ancora un po'…”
Sì infila gli occhiali da sole con un gesto estremamente elegante e schiocca un tsk divertito nella mia direzione.
Che antipatico.
Eppure sono pazzo di lui.
Lo amo da morire, perfino quando fa il prepotente.
Da quanto ho iniziato a condividere tutto con lui, compresa la mia vita, ho imparato ad esprimere le mie emozioni.
Ogni giorno non vedo l’ora di svegliarmi con lui al mio fianco e ogni sera non vedo l’ora di coricarmi vicino al suo petto.
Se dovessi tornare alla mia vita precedente probabilmente non sarei in grado di sopravvivere. Dopotutto ho passato gran parte della mia vita amandolo, che ne fossi conscio o meno, solo con lui accanto a me sono in grado di respirare.
Abbasso appena il finestrino per abbassare la temperatura del mio corpo e mi lascio andare sul sedile, coccolato dalla sua stabile guide.
Sorrido, perché questi momenti di relax assieme a lui sono diventati la mia nuova energia.
Epilogo
…le scarpe…
“Noooo!!” Un urlo disperato sgorga dalla mia gola e quasi ci fa finire nella corsia opposta.
“Togliti dalla testa che io faccia retromarcia e spera che nessuno le raccolga dal marciapiede prima di te…”
Io lo amo, io lo amo, io lo amo...
“…Non hai bisogno di un paio di scarpe per camminare!”
Dopotutto lo amo davvero tanto!
Fine
